Londra chiama. Alle 19,30 infatti si parte con la cerimonia di apertura, curata dal regista di “Trainspotting” e “The Millionaire”, Danny Boyle. Ai tempi di facebook e twitter nemmeno eventi come questi sono più sorprese. Se fate una ricerca sul web troverete la cerimonia in tutti i suoi dettagli.
Londra chiama, perchè dopo Pechino 2008 vanno riscritte un po’ di storie. La Cina della censura ci ha impresso dentro l’impresa del centometrista Bolt e poco altro. Le emozioni olimpiche sono ancora tutte concentrate su Jesse Owens, Abebe Bikila, Nadia Comaneci, Mark Spitz, Carl Lewis, Michael Johnsonn: abbiamo davvero bisogno d’altro.
Si dia fine alle fandonie da spirito olimpico buonista: alle Olimpiadi, dopo anni di sudore e sangue ci si va per ottenere il miglior risultato possibile e per qualcuno significa “vincere”. Nessuna pena moralista per quegli sport o atleti sconosciuti di discipline – “poverine” – che si ricordano ogni quattro anni. C’è davvero qualche italiano che per caso non sa che volto abbia la fiorettista Vezzali? Oppure che non sa chi è mister Kinder Bueno Howe lasciato ingiustamente a casa (vicenda che meriterà un capitolo a parte)? No e in ogni caso, è già tempo di assegnare le prime medaglie.
E comunque saranno le Olimpiadi dove ci chiederemo ancora di che sesso è la sudafricana Semenya, stavolta portabandiera del Sudafrica. Così si sono evitate le discriminazioni di genere e nessun atleta del Sudafrica s’è litigato il compito. Un ibrido mette tutti d’accordo.
Maglia nerissima all’Arabia Saudita, unica nazione a non avere nemmeno un’atleta donna perchè vietata loro la partecipazione, mentre ci ha fatto simpatia la cestista brasiliana Iziane Castro Marques, espulsa per aver portato per diverse sere in ritiro il fidanzato.
Medaglia di legno a Hiroshi Hiketsu. Partecipa nella disciplina dell’equitazione a 71 anni suonati e completamente per puro caso. La sua ultima partecipazione olimpica risale a 44 anni fa: Tokio 1964. “Cavalco ogni giorno e mi alleno fisicamente – ha detto – Ma le Olimpiadi sono cambiate tanto”. Eh beh…
Menzione speciale al maratoneta Guor Marial, che parteciperà come atleta indipendente perchè nato nel Sud Sudan, che come Stato esiste da meno di un anno e non ha ancora un comitato olimpico indipendente. Gli è stato chiesto di partecipare con la nazionalità sudanese ma ha risposto picche: una scelta simile avrebbe offeso la memoria dei suoi familiari. A 14 anni Marial fuggì negli Usa dove si trova ancora come rifugiato politico. I soldati sudanesi gli fecero irruzione in casa, spaccandogli la mandibola col calcio del fucile e sterminandogli mezza famiglia. Comprensibile il rifiuto di una bandiera che non gli appartiene.
Articolo pubblicato su www.valdichianaoggi.it